Heart...
Oggi lo posso confessare, io a scuola non è che ero così bravo, non sono mai stato il primo della classe, ma neanche secondo o terzo… Facevo parte di quella categoria che un problema di fisica o un’equazione gliela dovevi infilare a viva forza nella testa.
Forse è per questo che lentamente ho sviluppato un preciso gusto per le cose semplici, dove non c’è bisogno di fare cento domande per capire cosa c’è dentro o dietro. Ho imparato a seguire l’istinto e a volte si guadagna di più che dare retta al computer.
Spesso è il cuore a saperla lunga.
Forse è per questo che mi i piacciono Maggiolini.
Sotto cofano ci trovi motori che sai a memoria, di cosa sono fatti, pistoni bielle volani manovelle, che quando le metti in moto fanno tanto rumore e quando si rompono ancora di più... Non trovi misteriose scatolette nere piene di fili o microcip, sensori o tubi che sai da dove partono ma non dove arrivano.
Insomma, amo quei motori che quando non lasciano la macchietta d’olio incominci a preoccuparti perché di olio forse non ce n’è più! Motori che starnutiscono dal freddo o che ansimano dal caldo, che hanno problemi ma che si risolvono.
Mi piacciono queste auto che hanno un cuore, vivo, che pulsa dentro di loro…
E’ una cosa così semplice da capire che a spiegarvelo complicherei le cose. Perché le idee nascono dalla testa, le braccia piegano il metallo, ma è sempre il cuore a dirigere il lavoro…
Ah…, dimenticavo, il mio Maggiolino si chiama HEARTBEAT (cuore che batte…).
Giorgio
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